L’ordine dei Canonici regolari si prepara a celebrare il bicentenario della rifondazione, con un vero e proprio “giubileo” – nel giugno prossimo – di quello che è il più antico istituto religioso maschile di diritto pontificio che ci sia nella Chiesa. Infatti, per conoscere l’origine dei Canonici, dato che l’ordine non ha un fondatore vero e proprio, occorre risalire ai primi secoli della storia della Chiesa, quando accanto ai Vescovi nelle cattedrali erano attive comunità di chierici che conducevano la perfetta vita comune, modellata su quella delle prime comunità cristiane di Gerusalemme. Il massimo splendore canonicale scaturito dalla Riforma Gregoriana e la grande diffusione di monasteri e abbazie di Canonici in tutta Europa attirarono lungo tutto il Medioevo innumerevoli persone consacrate a Dio nei chiostri religiosi, dedicandosi al culto divino in coro, giorno e notte, allo studio delle Sacre Scritture, all’apostolato e all’educazione della gioventù.
L’ordine dei Canonici regolari, scandito in ogni epoca da continui mutamenti strutturali e da rinnovamenti per adeguarsi alle esigenze dei tempi, può essere paragonato a un albero secolare rigoglioso che lungo i secoli diede vita a molteplici ramificazioni di congregazioni e di comunità religiose, tutte sotto la regola di sant’Agostino.
All’inizio del XV secolo, dall’unione di alcune piccole comunità riformatrici, nacquero in Italia due congregazioni nuove approvate dalla Sede Apostolica: quella dei Canonici regolari lateranensi e quella dei Renani, che nei secoli, in oltre 150 canoniche, si affermarono per sapienza, spiritualità, cultura, scienza e arte, guidate da un governo centralizzato.
A causa degli sconvolgimenti politici del periodo turbolento del Sette-Ottocento, della soppressione degli ordini religiosi e l’incameramento dei loro beni da parte delle autorità governative ed ecclesiali, le due famiglie religiose entrarono in profonda crisi. La restaurazione della vita canonicale con il progetto delle nuove Costituzioni, il recupero dei Canonici secolarizzati e la riapertura delle canoniche alienate, avvennero grazie alla sapiente e instancabile azione dell’abate Vincenzo Garofali (1760-1829), vero rifondatore e rinnovatore della vita canonicale, sepolto nella Basilica Eudossiana di Roma.
Con il decreto del 28 giugno 1823 sottoscritto nella biblioteca della canonica romana di San Pietro in Vincoli, sotto la presidenza del card. Bartolomeo Pacca delegato da Papa Pio VII, presenti gli abati delle due antiche congregazioni dei Lateranensi e dei Renani, venne sancita la fusione di queste due istituzioni ‘sorelle’: fu la rinascita dell’attuale congregazione dei Canonici regolari del Santissimo Salvatore Lateranense, che si prepara a celebrare il solenne bicentenario nel prossimo mese di giugno.
I Canonici portano il nome prestigioso di Lateranensi dal 1446 a motivo della lunga presenza nella basilica di San Giovanni al Laterano e, nella loro storia millenaria, hanno dato risalto alla vita comune del clero come strumento ecclesiale per la santificazione. Nel 2023, la Santa Sede ha concesso all’ordine di vivere i privilegi del giubileo, arricchito di una particolare indulgenza plenaria.
Tra le varie iniziative, distribuite in particolare nel prossimo mese di giugno, è previsto l’arrivo in Italia di una trentina di Canonici provenienti da tutto il mondo, impegnati in un pellegrinaggio spirituale prima a Gubbio e Assisi e poi a Roma, per visitare basiliche, canoniche e luoghi sacri abitati lungo i secoli dai membri dell’ordine.
I momenti culminanti delle celebrazioni canonicali di giugno prevedono l’udienza da Papa Francesco (il 19 giugno), un grande Convegno presso la Facoltà di Ingegneria di San Pietro in Vincoli (il giorno 23) e la celebrazione conclusiva con il pontificale del card. Matteo Zuppi – presidente dei Vescovi italiani – nella basilica romana di San Giovanni in Laterano (il 25 giugno).
Un “giubileo” organizzato proprio dai Canonici regolari lateranensi che vivono a Roma, presso la basilica di San Pietro in Vincoli, dove risiede l’abate generale dell’ordine. Una gioia che sarà partecipata anche dal ramo femminile delle Canonichesse regolari lateranensi di vita claustrale sparse in tutto il mondo.