Roma – Canonica Sant’Agnese fuori le mura

Canonica Sant’Agnese fuori le mura

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Visita il sito della parrocchia di Sant’Agnese

Canonici Regolari Lateranensi,

Canonica Sant’Agnese,

Via Nomentana 349,

00162 Roma, Italia.

Tel./Fax (0039-06) 86 10 840

Sito: www.santagnese.com

E-mail: santagnese@santagnese.net

 

D. Mauro Milani, priore e parroco 

D. Francesco Gualtieri

D. Silvano Minorenti

D. Giuseppe De Nicola


 

Il complesso monumentale di S. Agnese comprende l’omonima basilica, detta onoriana, il Mausoleo di Costanza e la casa canonica. Del medesimo complesso fanno parte anche il cimitero paleocristiano e le grandiose rovine della basilica costantiniana. La basilica costantiniana di S. Agnese fu costruita per interessamento e a spese di Costantina o Costanza figlia di Costantino Magno, presso il luogo dove venne sepolta la martire Agnese.
L’epoca della costruzione di questo edificio sacro, di cui rimangono tuttora gli imponenti ruderi del semicerchio (m. 17 di altezza al punto culminante), va ricercata tra il 337 e il 350, anni in cui costanza visse a Roma. La basilica misurava m. 98,30 di lunghezza e m. 40,30 di larghezza.
All’inizio del VII secolo tale edificio era in rovina e il sacello ad corpus, troppo piccolo, non poteva soddisfare da solo alle necessità del culto. Il sacello di cui si parla è la prima sistemazione della tomba della martire Agnese, decapitata probabilmente all’inizio del IV secolo nello stadio di Domiziano (attuale piazza Navona). Sulla tomba eretta al tempo della grande basilica costantiniana, venne costruita una piccola cappella con un altare sopra la tomba stessa. Papa Onorio I (625-638) pensò di sostituire i due precedenti edifici con uno nuovo e più adatto. La sua opera apparve ai contemporanei splendente di marmi, metalli e mosaici.
Si può ancora ammirare il mosaico dell’abside che raffigura Agnese tra i Papa Onorio I nell’atto di consegnare alla Santa il modello della nuova chiesa e probabilmente Papa Simmaco (498-514), l’ultimo restauratore della basilica costantiniana.
La costruzione onoriana riuscì infatti un autentico gioiello architettonico. Oggi la si può ammirare guardando le strutture originali esterne, nuovamente visibili dopo il restauro eseguito negli anni 1956-1958, e il suggestivo interno bizantineggiante. Dopo Onorio I, la basilica fu restaurata più volte. All’interno domina la struttura dell’altare maggiore che fu fatto rifare da Paolo V all’inizio del XVIII secolo.
L’altare che è in blocco massiccio, coperto da una lastra di porfido e ornato tutt’intorno da un intarsio di pietre e marmi preziosi, è ricoperto da un ciborio sostenuto da quattro colonne di porfido ed è stato costruito in modo da ricoprire totalmente il luogo della sepoltura della santa, le cui ossa sono state deposte in un reliquiario d’argento per volontà di Paolo V sin dal 1621. 
Il campanile è composto da due opere murarie sovrapposte una a forma di torre tozza del secolo XII-XIII e l’altra fatta costruire dal cardinale Giuliano Della Rovere intorno alla metà del XV secolo. I recenti restauri (1959-60, 1972-73) hanno ridato le linee originali.
La salma della piccola e giovane Martire fu tumulata in una galleria o in ipogeo del cimitero paleocristiano, successivamente intitolato al suo nome. Nel corso del secolo IV, in talune sue zone vi erano tre piani di gallerie, che la costruzione del sacello ad corpus e poi della basilica onoriana sconvolsero ostruendone gli accesi principali. Solo gli scavi e lo sterro degli anni 1865-1866, e del 1869 hanno fortuitamente riscoperto le gallerie cimiteriali dopo secoli di disinteresse e abbandono totale. Al termine si poté constatare che dell’antico cimitero paleocristiano rimanevano, tuttora visibili, tre grandi aree, la più antica delle quali può risalire alla fine del II o all’inizio del III secolo; la più recente, del sec. IV-V, è quella che termina al mausoleo di Costanza.
Tale costruzione, monumento di primaria importanza per la storia dell’architettura tardo-romana, sembra si debba assegnare alla metà del secolo IV. Costanza, di cui già conosciamo la figura, manifesta chiaramente così il desiderio di porre le sue ceneri sotto la protezione della Santa.
Il Mausoleo è a pianta circolare, all’interno come all’esterno ha un diametro di 22,50 metri. All’interno il vano centrale è cinto da un deambulatorio su colonne binate disposte in profondità e sorreggono le arcate che sostengono il tamburo della cupola emisferica. La volta del deambulatorio è ornata di preziosissimi mosaici del IV secolo, rappresentanti scene di vendemmia e motivi bacchici. 
La canonica è abitata sin dal 1489 dai Canonici regolari. In un primo tempo da quelli della Congregazione del SS. Salvatore di Bologna, detta Renana, che si è unita successivamente alla Lateranense il 28 giugno 1823. In antecedenza,  dal secolo V, sorgeva un monastero che fu abitato, in tempi diversi, da monaci e da monache sino al 1480, anno in cui furono sostituite dai religiosi di S. Ambrogio di Milano e surrogati a loro volta da Innocenzo VIII con i Canonici Regolari. Il 16 ottobre 1708 sorgeva la parrocchia di S. Agnese, il cui territorio vastissimo, era costituito da ville, vigne, poderi con casali dispersi e piccoli agglomerati di abitazioni, con zone malariche scarsamente popolate. Oggi, su questo territorio sono state istituite altre 26 parrocchie. Gli edifici canonicali parrocchiali che formano la casa sono quattro: la casina, una costruzione del secolo ed ora adibita a sale per il catechismo; la canonica detta di Pio IX perché voluta dal Papa stesso e già in funzione nel 1856 ma rifatta conservando parte dei muri perimetrali in buono stato del monastero del XIII secolo, con affreschi del XIII, del XIV e del XV secolo; il braccio dell’antico monastero sul lato Nord del cortile e una Torre medievale attigua, massiccia costruzione quadrata e merlata che fu posta a difesa della basilica; la vecchia canonica fatta costruire dal Cardinale Giuliano Della Rovere nell’ultimo ventennio del XV secolo.
La festa di S. Agnese è celebrata annualmente il 21 gennaio e secondo un’antica usanza della metà del XV secolo, durante il solenne pontificale vengono benedetti due agnellini bianchi, i quali forniranno la lana che servirò per confezionare i sacri palli, insegna liturgica d’onore e di giurisdizione riservata al Papa e agli arcivescovi metropoliti. È tradizione anche che sia l’Abate Generale dei Canonici Regolari Lateranensi a presiedere a tale celebrazione. 
Da ultimo è da ricordare che il territorio parrocchiale è abitato da circa 3.800 famiglie, per una popolazione complessiva di diecimila persone.