Spiritualità – Uomini Illustri

Uomini Illustri

 

Tra i nomi più recenti, si possono citare quello di Pius Parsch (1884 – 1954), canonico regolare  di Klosterneunburg (Austria), che è stato uno dei principali promotori della riforma liturgica (per l’uso delle lingue volgari, cioè proprie di ciascuna nazione nella celebrazione della messa e del culto in genere e per la posizione del sacerdote di fronte ai fedeli). Infine ricordiamo l’Abate Don Giuseppe Ricciotti (1890 – 1964) grande biblista e studioso, che ha contribuito con il suo stile solare e rispettoso alla crescita e all’affermazione del movimento biblico, non solo in Italia.
 
Possiamo elencare altri notevoli nomi di personaggi forse meno popolari: 
 
Agostino Steuco (1496 – 1549) direttore della Biblioteca Vaticana, collaboratore del cardinale Marcello Cervini col nome di Marcello II. Autore del celebre testo “De perenni Philosophia”.
 
Giulio Clovio (1498 – 1578) eccellente miniaturista di stile michelangiolesco le cui opere cono presenti nei più grandi musei del mondo da Leningrado a Roma.
 
Marco Marini (1541 – 1594)  specializzato in lingue orientali, il senato di Venezia lo volle come segretario per gli studi arabi e persiani. Il papa Gregorio XIII lo chiamò a Roma per “correggere” il Talmud! 
 
Serafino Aceti (1496 – 1540) di Fermo, scrittore spirituale e celebre predicatore. 
 
Gerolamo Vida (1470 – 1566) di Cremona, grande latinista, autore del poema “Cristiade” (in originale: “Christiados Libri Sex”).
 
Tommaso Garzoni (1549 – 1589) di Bagnocavallo, estroso e originale scrittore che in qualche modo anticipò le scoperte di Sigmund Freud nel campo della psicologia umana.
 
Era dei Canonici Regolari Lateranensi anche l’Abate Pietro Martire Vermigli (1499-1562) , fiorentino. Accolto fra i Canonici Regolari Lateranensi a S. Bartolomeo di Fiesole (Badia Fiesolana) aveva studiato a Padova nella canonica di San Giovanni Verdara, con discepolo tra gli altri, di Serafino da Fermo. Eccellente predicatore  insegnò e rivestì diverse cariche in diverse case della Congregazione, fu eletto Abate di San Pietro ad Aram (Napoli) e poi di San Frediano (Lucca). Aderì al Protestantesimo e fuggì insieme all’ex-superiore generale dei Cappuccini, Bernardino Ochino, in Svizzera a Ginevra. Contribuì alla formazione del libro di preghiera per l’Anglicanesimo (Common Prayer Book).